la spinta che mi ha portato a praticare l'agricoltura biologica arriva dal sentire che noi umani non siamo separati dalla natura, ma ne siamo parte, concretamente siamo in relazione attraverso il corpo la mente e l'anima con tutto.
Da questo ne deriva che il coltivare non può essere un atto predatorio verso la natura ma una collaborazione con essa poiché se il mio agire la danneggia parimenti danneggerà il vivente tutto quindi anche noi esseri umani.
La terra è viva, la io la irroro con pesticidi, la nutro con concimi chimici a lungo andare la uccido, faccio morire tutto quel mondo che la abita, batteri, funghi lombrichi, fondamentali per la vita dei vegetali.
Succede allora che con l'agricoltura industriale la terra diventa un substrato inerte, morto, le colture crescono non grazie al nutrimento che trovano ma per mezzo di quello che gli viene dato chimicamente, quando consumiamo vegetali così ottenuti oltre ad ingerire sostanze chimiche ci cibiamo di verdure povere di nutrienti.
Oltre ad uccidere la terra uccidiamo la diversità, sappiamo che ogni essere umano è diverso dall'altro, è bello questo, sarebbe terribile se fossimo tutti uguali, la ricchezza che ci porta incontrare l'altro da noi è linfa vitale, nutrimento indispensabile.
Così è in natura, la diversità di essenze, di erbe al bordo dei nostri campi coltivati permettono la vita di esseri, microrganismi, insetti, avifauna che ci aiutano nel mantenere un equilibrio vitale, nel rendere i campi uno spazio pieno di vita
Se noi ci cibiamo sempre delle stesse cose il nostro corpo si ammala, ci mancheranno delle sostanze che dovremmo assumere chimicamente. Così la terra, coltivando nello stesso terreno sempre la stessa coltura questa si nutrirà delle stesse sostanze, attirerà gli stessi insetti, fungi, virus, per proteggerla dovrò nutrirla chimicamente, lottare chimicamente con i patogeni che si sono radicati.
La soluzione è il variare le colture, la rotazione, mai coltivare la stessa verdura nello stesso terreno per più anni, così non si incancreniscono le cose, così non si aprono le porte alle malattie.
La gioia che da la bellezza della vita attorno a noi in tutte le sue forme ripaga della fatiche date dal rinunciare alla scorciatoia rappresentata dalla chimica.